Parkinson: la lentezza si vince

Con questi stimoli torna l'equilibrio

Milano, 12 Novembre 2012 - La ricerca italiana sul podio internazionale. Raffaello Furlan, professore di medicina Interna all'Università di Milano e direttore della Clinica Medica (Medicina- 4) dell'Istituto Humanitas di Rozzano (Milano), è stato portabandiera tricolore al simposio mondiale dell'American Autonomic Society, la scorsa settimana in America. La sua relazione ha illustrato il primo studio al mondo sulla Foot Mechanical Stimulation (FMS), la terapia di riabilitazione motoria per pazienti affetti da malattia di Parkinson da affiancare alla cure farmacologiche.

Professor Furlan, qual è stata la nuova tesi italiana che ha presentato al congresso?

«I risultati mostrano che la stimolazione meccanica della pianta del piede migliora il cammino e aumenta la modulazione simpatica cardiaca in posizione eretta nel Parkinson, cioè riduce il rischio di abbassamenti di pressione che possono minare l'equilibrio».

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Com'è nata l'idea?

«Due anni or sono venni contattato da un fisioterapista, si era accorto che i malati di Parkinson camminavano meglio dopo essere stati manipolati sotto le piante dei piedi. Il fisioterapista mi mostrò anche una registrazione video. La testimonianza vinse il mio spontaneo scetticismo verso un'osservazione ancora priva di riscontri. Allora dirigevo un reparto all'Ospedale Bolognini di Seriate, provincia di Bergamo. Coinvolsi il mio gruppo e alcuni volontari, fu stilato un protocollo, presentato e approvato dal Comitato etico».

Ed è iniziato così lo studio...

«La ricerca è stata condotta su 18 malati con la collaborazione della dottoressa Margherita Canesi del Centro Parkinson del CTOdi Milano (che ha coinvolto i suoi pazienti) e con gli esperti del Dipartimento Bioingegneria del Politecnico di Milano, dove sono stati eseguiti gli studi di gait analysis (studio computerizzato del cammino) coordinati dall'ingegner Manuela Galli».

In che modo?

«La FMS si basa sulla pressione esercitata su punti specifici della pianta dei piedi con una punta arrotondata collegata a un dinamometro. Grazie all'impiego di una tecnica computerizzata, a 24 ore dalla stimolazione abbiamo misurato l'ampiezza del passo, i tempi e le velocità del paziente nel cammino rettilineo e nella rotazione sul posto. Tutti i parametri sono apparsi migliorati. La terapia modifica positivamente il controllo neurovegetativo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca ».

Ci spieghi meglio.

«Il malato di Parkinson ha spesso problemi di equilibrio a causa della pressione che può calare improvvisamente quando il paziente passa da sdraiato o seduto alla posizione eretta. La stimolazione meccanica sotto il piede, ripristinando un più corretto controllo nervoso, della frequenza cardiaca e della pressione, può prevenire questi pericolosi cali di pressione che possono anche portare a un improvviso svenimento e a conseguenti cadute rovinose».

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Buone notizie quindi. Sorprendenti risultati di una ricerca emersi in Italia dalla collaborazione di un gruppo multidisciplinare, a tutto vantaggio della qualità di vita dei malati.

di Maurizio Maria Fossati

Quotidiano.net 12 Novembre 2012 


Ho letto articolo a proposito della Foot Mechanical Stimolation (FMS) e delle attuali intuizioni e conclusioni del Dott. Raffaello Furlan e relativo gruppo multidisciplinare. Leggendo l'effetto delle stimolazioni meccaniche del piede con risposte positive sul sistema nervoso neurovegetativo, ho immediatamente associato l'esperienza di un caso che trattai 15 anni fa. Qui l'intero sistema nervoso dimostrava di giovarne. Non si tratta di Parkinson, trattasi di Signora di circa 80 anni quasi completamente paralizzata da tre ictus che nel tempo l'avevano invalidata. Ovviamente l'intero sistema nevoso era compromesso. Le prime due volte era completamente passiva, i due badanti la sollevavano dalla sedia a rotelle e la ponevano nel letto dove io la massaggiavo. Non parlava, i suoi occhi e le sua espressione erano assenti.

Non ricordo esattamente i suoi piedi, Vi chiedo di perdonarmi per questo. Ricordo che la mia attenzione durante il massaggio era concentrata sulla stimolazione degli organi e della colonna vertebrale, le dita per stimolare strutture e funzioni della testa. La terza volta, quando mi sono presentata, il marito (famoso ed ormai anziano Medico di Arona) e la cara Figlia, mi accolsero contenti perchè la Signora che trattavo, mostrava chiari segni di recupero di alcune funzioni. Riusciva ad essere attiva nell'agevolare i suoi badanti a muoverla, tentava di dire qualche parola, ed interveniva nei discorsi annuendo e disapprovando con la testa. Era diverso tempo che ciò non avveniva.

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Nei trattamenti successivi risultava chiaro che la Signora migliorava significativamente la capacità di controllo della volontà sull'azione dei suoi muscoli ed in particolare degli arti inferiori. Forse perchè gli stimoli afferenti arrivavano dal piede? Muoveva le dita dei piedi mentre le massaggiavo, migliorava l'aspetto globale della pelle. Nel contempo però anche le funzioni della testa miglioravano, era sempre più presente. Sicuramente il sistema nervoso centrale eleborava in maniera diversa e gli stimoli efferenti ne davano conferma. Le prime volte la testa rimaneva inerte su un lato, il suo sguardo nel vuoto. Pian piano la testa poteva rimanere pressocchè dritta e gli occhi attenti a captare discorsi e dinamiche dell'ambiente. Dopo qualche mese la Signora interveniva nei nostri discorsi, con gesti degli arti superiori, con la sola testa, qualche parola giusta al momento giusto, così ho imparato ad apprezzare il temperamento che la Signora poteva esternare e che ignoravo al primo incontro. Respirava e riposava meglio, si imbatteva nella formulazione di piccole frasi che i suoi cari comprendevano in virtù del tempo che trascorrevano con lei. Aiutata, riusciva ad alzarsi in piedi e favorire tutte le operazioni di pulizia e di trasporto. Dunque un ultimo anno dignitosamente e consapevolmente vissuto con l'amore e la gioia di questa meravigliosa famiglia che tanto l'adorava. Un altro ictus sopraggiunse e nel breve tempo la portò ad altra vita.

Le considerazioni che facevamo con il Dottore, suo marito, erano rivolte alla sorprendente stimolazione che il massaggio manuale plantare mostrava a livello della risposta del sistema nervoso, sia centrale che neurovegetativo. Intuizioni che nella pratica di tutti i giorni, negli anni, diventano esperienza e, nel mio sentire, anche senza prove scientifiche. La frase può risultare presuntuosa, ma negli anni, grazie alla ns preziosa formazione sulla medicina cinese, l'osservazione dei casi concreti diventa compagna del tuo bagaglio.

Testimonianza resa da CARMEN LOCONTE, reflessologa ZU