REFLESSOLOGIA ZU

Nei precedenti articoli sulla Reflessologia Zu, ho descritto alcune tecniche manuali che caratterizzano questa disciplina: la tradizionale pressione del pollice a "bruco", il massaggio "5 righe e 4 spazi", la stimolazione dei meridiani di agopuntura con il movimento"Shou Jing Zu"{DBNMagazinen. 2).
Un trattamento reflessologico Zu è altamente dinamico. In relazione alla persona sdraiata sul lettino, si può effettuare da seduto, in piedi, frontalmente, di spalle; il massaggio viene eseguito con tutte le dita delle mani, l'intensità, la velocità, la direzione e la pressione cambiano continuamente per raggiungere i diversi strati corporei. In aggiunta a tutto ciò, il Metodo Zu prevede anche la possibilità di eseguire il trattamento seguendo un ritmo musicale: dal semplice battito di un tamburo, ai ritmi primordiali tipici di una tribù di pellerossa, fino al suono di un'intera orchestra in brani di musica classica, preferibilmente quelli composti da Mozart. In tutti i casi, è fondamentale che il suono utilizzato durante il trattamento abbia un ritmo. Imprimendo un ritmo adatto, si favorisce e si esalta la funzione e la percezione del massaggio reflessologico. È altrettanto fondamentale che il massaggio venga eseguito seguendo correttamente il ritmo musicale come durante un ballo. In caso contrario, per la persona sul lettino si verrebbe a creare una situazione assai confusa, simile a quando ascoltiamo i discorsi di due persone che ci parlano contemporaneamente, e con grande difficoltà comprendiamo ciò che ci stanno dicendo. In natura, tutto vibra a determinate frequenze e ha un ritmo: il ritmo delle stagioni, l'alternanza giornonotte, l'orologio biologico detto anche ritmo circodiono, il ritmo respiratorio e cardiocircolatorio.

La perdita del ritmo naturale delle cose determina disordine, squilibrio, patologia. Massaggiare i piedi a tempo di musica ha quindi l'obiettivo di far giungere direttamente al cervello stimoli di origine diversa, ma con un ritmo omogeneo:

1. gli stimoli nervosi che dal piede raggiungono soprattutto le aree primordiali del cervello, ovvero l'ipotalamo e il cervelletto;

2. gli stimoli sonori che, sotto forma di "musico-terapia", raggiungono principalmente la corteccia cerebrale, detta anche neo-corteccia.

Per comprendere meglio le finalità di un trattamento eseguito al ritmo di musica, è necessario approfondire la conoscenza di alcuni fenomeni naturali.

RISONANZA E RISPOSTA IN FREQUENZA

Nel 1665 il fìsico e matematico olandese Christian Huygens osservò che affiancando su una stessa parete due pendoli essi tendevano a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi come se volessero assumere lo stesso ritmo. Fu proprio dai suoi studi a derivare quel fenomeno che oggi chiamiamo "risonanza", se una qualunque sorgente sonora caratterizzata da una determinata frequenza viene investita da un'onda di frequenza diversa, essa si comporta come un sistema estremamente rigido; se invece le due frequenze differiscono poco l'una dall'altra, allora la prima comincia ad oscillare in modo tale da raggiungere in breve tempo notevole ampiezza, rinforzando quindi il suono. Si dice allora che entra in risonanza.

RIFLESSOLOGIA E MUSICA

Nel caso dei due pendoli dell'esperimento di Huygens, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza; per lo stesso principio, se si percuote un diapason (che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz) e lo si pone vicino a un secondo diapason silenzioso, poco dopo anche quest'ultimo comincerà a vibrare. Oggi, la risonanza può essere sfruttata anche in contesti riguardanti l'emissione di onde cerebrali. Analizzando i dati delle elettroencefalografie risulta evidente che quando il cervello viene sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e quella di sintonizzarsi secondo la cosiddetta "risposta in frequenza".

Facciamo un esempio: un soggetto in stato di veglia sviluppa generalmente un'attività cerebrale basata soprattutto su onde Beta; se il soggetto venisse sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di onde alla frequenza di 10Hz (la frequenza delle onde Alfa), entrambi gli emisferi del suo cervello tenderebbero a modificare in modo uniforme le proprie attività in direzione dello stimolo ricevuto. Il soggetto, entrando in risonanza con la sorgente esterna, passerebbe dunque a uno stato di rilassamento tipico delle onde Alfa.
Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il funzionamento degli emisferi cerebrali sfruttando il fenomeno della risposta in frequenza, è il suono.




IL RITMO BI-AURICOLARE 2

La tecnica basata sul cosiddetto "ritmo bi-auricolare"sfrutta il fenomeno della risposta in frequenza indotta proprio dal suono: si sottopone l'orecchio sinistro a un suono portante con una determinata frequenza (per esempio 500 Hz) e l'orecchio destro a un suono con frequenza leggermente maggiore (nè nostro caso 510 Hz); la differenza di 10 Hz di frequenza, esterna allo spettro sonoro, è percepita solo dal cervello che viene così stimolato a entrare in risonanza con il ritmo bi-auricolare di 10 Hz (la frequenza delle onde Alfa) e con uno stato mentale rilassato, calmo e tranquillo. L'induzione della risposta in frequenza sfruttando la tecnica del ritmo bi- auricolare può rappresentare un valido approccio terapeutico in casi di deficit dell'attenzione, stati di ansia e depressione, insonnia.

EFFETTO MOZART

Malgrado l'assenza di esami scientifici che lo possano comprovare, da tempo si pensa che la musica aiuti a strutturare il pensiero e il lavoro delle persone nelle fasi di apprendimento delle abilità linguistiche, matematiche e spaziali; inoltre, sono molti ad essere convinti che la cosiddetta "intelligenza musicale" influisca sullo sviluppo emotivo, spirituale e culturale più di altre intelligenze.

 

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Nel 1993, i fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher hanno provato a confermare queste ipotesi con una controversa teoria scientifica, pubblicata sulla rivista Nature nello stesso anno e sul numero di Neurological Research del febbraio 1997: la teoria evidenzia come la musica possa influenzare l'organismo modificandone lo stato emotivo, fisico e mentale attraverso un fenomeno denominato "Effetto Mozart". Sempre secondo i due ricercatori, l'ascolto della Sonata in re maggiore per due pianoforti (KV 448) causerebbe infatti un temporaneo aumento delle abilità spaziali in un gruppo di volontari.Tuttavia, nessuno in seguito ha mai potuto ripetere i risultati ottenuti da Shaw e Rauscher. Attualmente, uno dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico è il francese Alfred Tomatis il quale sostiene che l'ascolto della musica di Mozart è in grado di favorire l'organizzazione dei circuiti neuronali, migliorando i processi cognitivi e creativi dell'emisfero destro di un individuo, attraverso lo sviluppo del ragionamento spazio-temporale.
A sostegno della teoria elaborata nel 1993 da Shaw e Rauscher, egli ha dichiarato: "Mozart è un'ottima madre, che provoca il maggior effetto curativo sul corpo umano".

CONCLUSIONI

Fino ad oggi, è solo la continua applicazione pratica e la decennale esperienza dei Refìessologi Zu professionisti a sostenere e rafforzare la convinzione che l'Effetto Mozart possa rappresentare un eccellente supporto per una tecnica olistica come la Reflessologia Zu, tanto da diventare materia di lezione durante i corsi. In assenza di esami specifici a confutazione di quanto scritto finora, possiamo solo ipotizzare che il massaggio reflessologico Zu, abbinato alla musica di Mozart, rappresenti una forma di "ritmo bi-auricolare esteso" all'intero corpo umano, in cui i due canali di ricezione, come fossero l'orecchio destro e sinistro, in questa circostanza diventano la testa e i piedi. Proviamo ora ad inquadrare le tecniche elencate nella tabella in un'ottica Yin/Yang:

sono Yang la tecnica del ritmo bi- auricolare e l'Effetto Mozart che utilizzano entrambe il suono come elemento stimolante;

è Yin il massaggio reflessologico che agisce sulla componente più fisica del corpo in contatto con la Terra: il piede.

È evidente che l'applicazione simultanea ed equilibrata del massaggio Reflessologico Zu e dell'Effetto Mozart costituisce il perfetto complemento delle due energie universali Yin/Yang. In entrambi i casi, i risultati che si vogliono ottenere per il raggiungimento dell'equilibrio psico­fìsico sono simili in quanto:

gli emisferi cerebrali sono indotti a funzionare in modo omogeneo;

i ritmi vitali, soprattutto quello respiratorio e cardiocircolatorio, si regolarizzano.

Sarebbe interessante registrare tramite elettroencefalografìa l'attività cerebrale di una persona sdraiata sul lettino durante un trattamento di Reflessologia Zu eseguito al ritmo della musica di Mozart: in questo modo si potrebbe quantificare il funzionamento degli emisferi cerebrali e dimostrare che si tratti effettivamente di una tecnica "bi- auricolare estesa". Si potrebbero poi perfezionare tecniche di massaggio combinate a musico-terapia con l'obiettivo di produrre una "risposta in frequenza"specifica alle esigenze di ogni operatore.

Con questo articolo spero di aver stimolato la vostra curiosità non solo nei confronti della Reflessologia Zu, ma anche riguardo la vostra possibilità di integrare diversamente le discipline che già conoscete sostituendo, quando possibile, eventuali sottofondi musicali di cascate e uccellini cinguettanti con una "Piccola serenata notturna"o, addirittura, una "Cavalcata delle Valchirie".

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Davide Pigato, Presidente dell'Associazione Refìessologi Zu www.arezu.org

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