salmone. Un giorno, da poco ritornato da un viaggio in Giappone, andai a pescare sul fiume Feather. Lungo le rapide c'erano dei salmoni che saltavano dappertutto. Il sole di fine estate molto forte sulla riva e faceva un gran caldo. Verso mezzogiorno, tutti gli altri pescatori se ne erano andati, lasciandomi solo. Gettai l'amo verso il centro del torrente e cominciai a ritirare la lenza, che a un cero punto si tese al massimo. Riuscii ad allentarla e poi cercai di riavvolgerla, tirando. Improvvisamente vidi che cominciava a risalire la corrente da sola: vi si era attaccato un salmone. Che sorpresa! Avevo preso un salmone. Questo intanto si muoveva sempre piu' rapido controcorrente. Cercai invano di legare la lenza al mulinello. Il salmone tirava con così tanta forza che le dita cominciavano a farmi male. Chiamai joe, Fred e il Signor Kurosawa, affinchè venissero ad aiutarmi, ma nessuno rispose. Poi la lenza si spezzò. Il pesce era sparito nell'acqua profonda per portare a termine la sua missione: la riproduzione.

 

Quanta forza ha ancora un salmone dopo aver fatto più di tremila chilometri attraverso l'oceano! E dire che non si fermano nemmeno per mangiare durante questo viaggio. Mi sedetti sulla riva del fiume e riflettei un attimo sui misteri dell'esistenza.

I salmoni si riproducono in montagna per poi, una volta nati, scendere verso l'oceano, dove crescono e raggiungono la maturità. In questo stadio della loro vita risalgono il fiume per la prima ed ultima volta per raggiungere il luogo in cui sono nati. Qui danno vita alla loro progenie e poi muoiono.

La maggior parte della loro vita la passano in un oceano che è paragonabile alla nostra esistenza dopo gli studi scolastici. La vita dei salmoni e quella degli uomini non sarebbe poi tanto diversa se non per quello che succede nella vecchiaia. La vecchiaia degli esseri umani corisponde al pensionamento, mentre quella dei salmoni è avventurosissima. Il salmone affronta tutti gli ostacoli che un fiume gli può presentare: la lotta contro contro un pesce predatore, l'amo di un pescatore, le rapide, ecc. Tutti questi sforzi eroici li fa per la sua progenie. Dopo aver deposto le uova, muore. Che esistenza semplice e pura! Quale saggezza! Quale esempio di dedizione alla continuità della specie! Gli uomini moderni invece considerano il sesso solo come piacere. Un figlio è solo il sottoprodotto indesiderato del proprio piacere, uno dei rischi che si corrono durante la propria esistenza. E va bene: l'uomo può fare tutto quello che vuole.

Quello che ho imparato dai salmoni è che fanno il viaggio più avventuroso proprio alla fine della loro vita, quando al contrario gli esseri umani si ritirano da ogni attività per vivere col sostegno dell'assistenza sanitaria o della pensione.

Anche l'uomo invece dovrebbe vivere l'avventura più grande alla fine dei suoi giorni. Altrimenti la sua vita sarà stata meno interessante di quella di un salmone.

Conosco un uomo di questo tipo: George Ohsawa.