sullevettedelcielo.


CONOSCERE LA NOSTRA ANIMA SEPARATAMENTE DALL’IO E’ IL PRIMO PASSO VERSO LA LIBERAZIONE FINALE. NOI DOBBIAMO PERSUADERCI CON ASSOLUTA CERTEZZA CHE ESSENZIALMENTE SIAMO SPIRITO.
E LO POSSIAMO ACQUISTANDO IL DOMINIO SUL NOSTRO IO, INNALZANDOCI AL DI SOPRA DI OGNI SUPERBIA, DESIDERIO O TIMORE, CONSCI CHE LE SVENTURE DI QUESTO MONDO E LA MORTE FISICA NON POSSONO TOGLIERE NULLA ALLA VERITA’ E ALLA GRANDEZZA DELLA NOSTRA ANIMA.
R. TAGORE

17 agosto 2006 … dopo molte ore di agonia si è spento Giovanni e il silenzio è calato su di lui e intorno a noi. Faccio un passo indietro e mi presento: sono un’infermiere e lavoro in un Hospice, dove si fanno cure palliative per i malati oncologici terminali e accompagnamento alla morte. In questi giorni ho avuto la “fortuna” di accompagnare e assistere un ragazzo speciale, Giovanni, terrorizzato all’idea di morire e soffrire perdendo ogni dignità, al punto di crearsi da solo un’alternativa, che nessuno avrebbe potuto dargli…l’eutanasia. Una scelta coraggiosa per un ragazzo che, negli ultimi giorni, mi disse: “non ne avrei mai abbastanza di questa vita!!”, la sua vita. Interminabili chiacchierate sulle sue avventure e sulla nostra passione in comune: la montagna.

Quante volte ha rischiato la vita, perdendo una presa in parete e cadendo per metri e metri, quante volte, voltandosi indietro dopo aver fatto un passaggio pericoloso, ha sorriso allo scampato pericolo. Ma ora si trova lì, costretto nel letto da una terribile malattia che non gli avrebbe concesso una seconda chance: “Avrei preferito cento volte morire in parete, invece eccomi qua inerte e annoiato” Poco tempo fa sono stata iniziata alla pratica del Reiki. Nei giorni successivi all’intenso fine settimana esperienziale ho condiviso con lui questa mia esperienza vissuta con un’altra collega. Inutile dire che lui si è prestato volentieri come “cavia”, incominciando a farci un sacco di domande sul significato di Reiki e cosa per noi significa lavorare con l’energia. Il primo trattamento fatto a quattro mani è stato un’esperienza molto forte e al termine lui ci ha detto questa frase: “mi sento come una vecchia libreria alla quale stanno risistemando i libri!” Sentiva un’giovannienergia nuova scorrergli dentro e lasciandosi andare al nostro tocco, poteva permettersi per un breve periodo di staccare la sua testa da tutti i brutti pensieri che gli affollavano la mente e gli creavano angoscia. Gli ultimi giorni sono stati i più terribili, la paura aveva preso il sopravento fino a provocargli dei veri attacchi di panico, una cosa per lui, abituato ad avere tutto sotto controllo, assolutamente sconosciuta. Abbiamo continuato su sua richiesta a trattarlo e ogni volta la sua sensazione era quella tanto desiderata di rilassamento: un giorno ci disse che, in un’altra vita, sarebbe diventato un adepto del Reiki. Varie volte mi sono chiesta su cosa era meglio concentrarsi durante i trattamenti, ma di fronte a lui, l’immagine più nitida era quella di una mamma che si prepara ad accogliere il suo bambino: una apertura di braccia quasi alare, avvolta da una luce chiarissima. Ed è così che l’ho percepito negli ultimi giorni, un bimbo barbuto e spettinato, con due occhioni grandissimi che esprimevano quello che lui attraverso le parole faceva fatica ed ammettere. Non voleva essere solo al momento della morte e così è stato…c’eravamo noi ad accompagnarlo nella sua lunga notte di agonia e la sua mamma che non ha smesso di accarezzarlo per tutto il tempo. E poi d’improvviso il silenzio e sul volto un’espressione rilassata.. Un giorno mi disse che gli sarebbe piaciuto essere capace di meditare, per poter staccare la spina per un po’, per trovare quel silenzio mentale che gli consentisse di riposare meglio. Gli ho proposto di usare la visualizzazione per poterci riuscire. L’ho guidato su una parete e ho lasciato che lui visualizzasse una scalata, con le varie prese e i passaggi. Un’esperienza profonda, la sua concentrazione era quasi palpabile e il suo viso esprimeva tutta la sua passione per quella vita. Così lo immagino ora, un angelo libero di scalare le vette del cielo, libero dal dolore e dalla sofferenza, capace di far fluire tutta l’energia incarceratagli dal male. E come ho detto a lui una settimana prima che morisse, solo attraverso questa immagine sarò in grado di lenire la tristezza che mi attanaglia al suo pensiero.. Grazie gio..

 

Barbara Bertaina

 

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