NATALE CON CAMMINAMENTE

 

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UN PO’ DI STORIA DEL NATALE 

Se c’è una festa cristiana che ha radici in ROMA, questa è il NATALE. In un Cronografo (una specie di almanacco) composto nel 354 d.C. da Furio Dionisio Filocalo è riportato un frammento di calendario liturgico cristiano in uso a Roma, risalente al 326 o forse ad epoca ancora anteriore. Alla data del 25 dicembre si legge: ‘’Natus est Christus in Betleem Judaeae’’. Un’affermazione singolare dato che nei Vangeli non vi è traccia di data, anzi in Luca si parla addirittura di un periodo di pastorizia, che avviene in primavera ed autunno.
In realtà il 25 dicembre è una data simbolica che si collega al solstizio d’inverno e a una festa romana di epoca imperiale. Il Natale veniva chiamato anche dell’Invitto, che non era altro che il Sol Invictus, antica divinità solare, introdotta nella cultura romana dall’imperatore Aureliano (270-75). Il culto del Sole appartiene a molte culture antiche su tutta la terra e nelle nostre zone era tipico della religione mitraica (di radice iranica), diffusa negli ambienti militari, ed era inteso come il Governatore del Cosmo, colui che presiede al timone dall’alto della prua e tutto dirige, dando con il suo lieve movimento il principio primo di tutti i movimenti. Ma lo ritroviamo anche nella teologia neoplatonica, e in tutti i riti e le credenze dell’Asia Minore.gesu bambino
Il Natale dell’imperatore Aureliano si festeggiava con cerimonie e giochi, corse di carri con il simbolo del sole che porta la luce ogni giorno nel mondo.
Poiché molti cristiani erano attratti da queste feste spettacolari, la Chiesa Romana era preoccupata dal diffondersi dei culti solari e soprattutto del mitraismo (Mitra era considerato figlio del Sole e Sole lui stesso). Pensò dunque di celebrare il Natale del Cristo, come il vero Sole, nello stesso giorno.
Successivamente nel V secolo, papa Leone Magno diede a questa solennità il fondamento teologico, e nei suoi sermoni parlava del valore salvifico dell’evento, affermando che il mistero della natività del Cristo non era un semplice ricordo del passato, ma ‘’quasi lo vediamo nel presente’’, quindi lo rende sempre attuale.
Agostino spiegava che al centro del Natale vi è lo scambio di ‘’Dio che si è fatto uomo affinché l’uomo diventasse Dio’’ e perché ciò avvenga è importante che l’uomo partecipi realmente ed intimamente alla natura divina del Verbo.
Il Salvatore del mondo ci ha rigenerati come Figli di Dio e ha assunto su di sé tutto il creato per sollevarlo dalla sua caduta e reintegrarlo nel disegno del Padre, assieme all’Universo intero e il ConcilioVaticano II rivela che ‘’soltanto nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo’’.

 

BABBO NATALE 

 

La figura del BAMerry Old Santa ClausBBO NATALE, così come noi oggi la conosciamo, è di recente creazione.Essa riunisce due personaggi cresciuti nell’ambiente britannico, l’uno, e olandese, l’altro.
Il primo è la rappresentazione di ‘’un portatore di doni’’ di epoca pre-moderna, di ispirazione popolare o religiosa, fusosi con un personaggio britannico preesistente. Tutto risale al XVII secolo, come testimoniano illustrazioni dell’epoca che lo raffigurano come un signore barbuto e corpulento, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia. Era lo spirito della bontà del Natale, e lo troviamo nel celebre Canto di Natale di CHARLES DICKENS, con il nome di Spirito del Natale presente.
Il secondo è la figura di un certo Sinterklaas, il nome olandese di Santa Claus, personaggio fantastico derivato dal culto di San Nicola, vescovo di Myra (antica città Turca), il quale si racconta fosse solito fare regali ai poveri. Il suo abito è simile a quello di un vescovo, porta una mitra (copricapo liturgico) rossa con una croce dorata e si appoggia a un pastorale. Ha un cavallo bianco con il quale vola sui tetti. I suoi aiutanti scendono dai comignoli per lasciare doni e poesie ai bambini.scroodgeIn ogni paese, dove è andata man mano diffondendosi, questa figura si è trasformata assumendo caratteristiche proprie, provenienti dal folklore e dalle leggende locali.
Nelle Colonie Britanniche e successivamente negli Stati Uniti, i due personaggi si sono fusi e identificati in un corpulento marinaio olandese avvolto in un mantello verde con la pipa in bocca; successivamente in un signore un po’ tarchiato con otto renne, ciascuna con il suo nome; i suoi costumi sono vari e di vari colori.
Il rosso diviene però presto il colore predominante, come testimoniano le prime cartoline di auguri natalizie del 1885. Nascono sempre più numerosi i suoi illustratori. Ma è grazie alla Coca Cola e all’utilizzo del personaggio per le sue pubblicità natalizie, realizzate da Haddon Sundblom, che l’immagine del Babbo come noi oggi lo conosciamo si diffonde nel mondo. La Coca Cola utilizzò i colori del bianco e del rosso che corrispondevano alla lattina della famosa bevanda!
Da allora sempre più Babbo Natale viene associato alle attività caritatevoli e filantropiche, ad esempio l’Esercito della Salvezza. I volontari, vestiti da Babbo Natale, che girano per raccogliere fondi per l’aiuto alle famiglie bisognose, sono ormai un elemento irrinunciabile della manifestazione del Natale.
babbo-natale_cocacola. Con la crescita industriale, anche Babbo Natale si adegua. Di volta in volta, è diventato costruttore di giocattoli, nel suo piccolo laboratorio artigianale; ha preso degli aiutanti elfi che lavorano per lui; la sua dimora si trasforma in una vera e propria fabbrica automatizzata, con gli elfi che controllano le catene di produzione; prende moglie e insieme divengono i managers dell’azienda. La sua figura ispira sempre più illustratori, fumettisti, scrittori. La sua storia si complica e ci racconta di una figlia adolescente e ribelle, o di renne con poteri sovrannaturali...
Sono nati riti che vengono compiuti dai bambini, generalmente, alla vigilia del Natale, nella speranza di ricevere i suoi doni. E’ nata l’usanza di scrivere una lettera a Babbo Natale chiedendo doni per sé o aiuto per chi ne ha biso BABBO_OGGI. gno; viene creato un vero e proprio indirizzo, dove le lettere possono essere spedite e dove veri e propri impiegati postali sono utilizzati per rispondere a tutte le lettere, ad esempio in Canada. Oppure in altri paesi sono nate associazioni caritatevoli che si occupano di rispondere e inviare regali a bambini bisognosi o malati, che altrimenti sarebb ero esclusi dalla festa.
Con l’era del WEB nascono siti con cui si comunica con Babbo Natale tutto l’anno e varie dimore del Babbo che si possono visitare, come tanti Disneylands.
Ancora, troviamo canzoni, opere in suo onore, rappresentazi oni teatrali, films.Da quando poi sono nati i Centri Commerciali, infinite figure di babbi si aggirano per giorni nei reparti per offrire doni, giochi, farsi fotografare con i bambini, oppure si riversano nelle strade adiacenti. Nelle case, molti papà si travestono da babbi e portano doni, raccontano barzellette e storie ai bambini; i più temerari si calano persino giù dai camini!
Ma ormai tutti si vestono da babbi natale. Basta guardare riviste, giornali, televisioni, feste private e pubbliche e HOTEIOSHO così via. Forse in ciascuno di noi risiede ancora la voglia di essere bambini o semplicemente di trovare per un breve momento un poco di serenità e un sorriso tra tanti problemi quotidiani che ci affliggono.
Così vi abbiamo accompagnato un poco in questo Natale, ci auguriamo vi abbia fatto piacere.

 

        Un saluto caro a tutti e buone giornate.

Il Circolo CamminaMente. 

 

 

SPECIALITA’ DAL MONDO PER IL NATALE 

 

Proponiamo una scelta di ricette deliziose dal mondo riviste da noi. Con la speranza che vi divertiate nello sperimentarle e che allietino le vostre feste. Un caldo augurio per questi giorni ma anche per ogni giorno della vostra vita.

 

REGALITOS 

(fagottini dolci ripieni - Messico)

 

regalitos. Per la pasta: ½ hg farina di riso – 3 C di olio di mais – 1 C malto di mais – 1 c polvere di cannella - 1 c buccia di arancia grattugiata – 1 pizzico di sale marino – acqua q.b. per impastare> 

Versare tutti gli ingredienti in una grande ciotola. Mescolare con un cucchiaio di legno. Proseguire manualmente impastando fino ad ottenere una palla morbida e consistente. Lasciare riposare coperto da un panno per un’oretta.

Per il ripieno dei fagottini: 5 C malto di mais – 1/ tazza di uvetta sultanina ammollata in 3 C di acqua - 2 C di maizena (amido di mais) – 2 banane – polvere di cannella

In una casseruola scaldare circa 350 ml di acqua, sciogliervi il malto, aggiungere le uvette. Portare a bollore. A parte sciogliere la maizena con l’acqua di ammollo delle uvette filtrata con un colino, schiacciare le banane e profumarle con la cannella, aggiungere il tutto allo sciroppo. Continuare a lavorare il tutto finché non diviene morbido e cremoso.

Stendere la pasta su una spianatoia fino ad ottenere un foglio sottile. Tagliare la sfoglia a quadrati di circa 10 cm di lato. Spennellare i quadrati con malto disciolto in acqua.
Distribuire al centro di ogni quadrato un cucchiaio di ripieno. Ripiegare la pasta verso il centro su due lati e successivamente ripiegare sotto gli altri due lati.
Stendere i regalitos su un ripiano da forno opportunamente ricoperto da un foglio di carta da forno. Preparare il forno riscaldato a 180°. Infornare e cuocere per circa 20 minuti. Servire caldi.

Altre versioni: ripieno con le mele o con le pere. 

 

PANPEPATO 

(Nord Europa)  

 

panpepato. 300 g farina di farro integrale – 100 g farina di farro setacciata (2 o 3 volte) – 20 g farina di segale – 150 ml di acqua – 125 ml latte di riso – 6 C olio di mais – 1 bustina di cremortartaro – ½ c sale marino – 4 C zenzero fresco grattugiato fine – 1 C pepe bianco macinato – 2 C50 g semi di sesamo zucchero di canna moscovado –

In una ciotola mescolare insieme il lievito, lo zucchero, l’acqua e il latte di riso, sciogliere bene. In un’altra ciotola capiente unire le farine, aggiungere il primo preparato. Salare. Aggiungere l’olio di mais. Lavorare bene con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico. Formare un buco all’interno ed inserirvi lo zenzero e il pepe bianco precedentemente amalgamati. Chiudere il buco e impastare ancora per cinque minuti. Ungere l’impasto con olio extra vergine di oliva. Coprirlo con un telo di cotone umido. Lasciare lievitare per circa 40’.
Versare l’impasto in uno stampo per il pane, dopo averlo rivestito con carta da forno. Spennellare ulteriormente la pasta con olio extra vergine. Tracciare un incisione a croce sulla superficie con un coltello. Lasciare lievitare ancora per una mezz’ora.
Cospargere poi il pane con semi di sesamo.
Preparare nel frattempo il forno per la cottura a 220°, lasciare nel forno una ciotola con acqua. Cuocere per 20’. Togliere dal forno lo stampo, estrarre il pane con la carta, stenderli sulla piastra del forno e continuare la cottura per altri 20’.
Conservare in un panno di lino.

 

BUDINO DI MAIS

(Pueblo del New Mexico)

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½ tazza farina di mais – ½ c sale marino – 4 tazze latte di riso – 2 C miele di castagno – 3 C malto di mais – ½ tazza uvette ammollate – 1 c polvere di cannella.
Scaldare il latte in una casseruola, unire la farina e il sale, mescolare lentamente fino ad ottenere un composto omogeneo
Aggiunger il miele, il malto, l’uvetta scolata e la cannella.
Mescolare bene per altri 5 minuti. Versare in stampi per budini e cuocere in forno preriscaldato a 140° per 1 ora circa.
Servire a temperatura ambiente.  

 

HAMBURGER DI TOPINAMBOUR

(Indiani Narragansett)

 

hamburger-topinambur. 4 tazze topinambur grattugiati fine (usare la grattugia delle mele) – ½ tazza scalogno tritato finemente – ½ tazza farina di farro – sale marino – l’albume di 3 uova fresche biologiche montato a neve – olio di sesamo o di mais per friggere.
Mescolare bene gli ingredienti in una ciotola capiente. Riscaldare una padella per frittura versarvi mezzo dito di olio e scaldare, friggere l’impasto prelevandolo al cucchiaio. Schiacciare e dorare bene da entrambi i lati (usare la paletta apposita). Sgocciolare su carta da cucina. Servire caldi spruzzati con gocce di salsa di soia e prezzemolo tritato fine. 


 

BANNOCK DI GIRASOLE

(frittelle – Indiani Ojibawa)

bannock-girasole. Ingredienti per 18 frittelle: 

3 tazze e mezzo semi di girasole decorticati – 3 tazze e mezzo di acqua – 2,5 c sale marino fine – 6 C farina di mais – 3 C olio di mais
Lasciare in ammollo i semi per 2 ore in acqua e sale, coperti.
Schiacciare i semi a purea, aggiungere la farina di mais
Mescolare bene. Friggere in abbondante olio bollente prelevando al cucchiaio. Scolare su carta da cucina. Servire caldi. Sono deliziosi e piacciono ai bambini. 

 

PREGHIERA DEI NATIVI AMERICANI

(Indiani Seneca)

Gwa! Gwa! Gwa!
E’arrivato il momento!
Ascoltaci, Signore del Cielo!
Siamo qui per dirti la verità
perché tu non presti ascolto alle bugie,
siamo tuoi figli.
Stiamo per celebrare il Gayant gogwus
il Sacro Fuoco e il Sacro Tabacco
e attraverso il fumo
ti offriamo le nostre preghiere.
Siamo tuoi figli, Signore del Cielo.
adesso, all’inizio di ogni cosa
tu farai in modo che noi ereditiamo la tua creazione.
ci hai detto: ‘’Creerò la Terra
sulla quale vivranno gli Umani
ed essi la riconosceranno come loro Madre
e gli uomini diranno: ‘’E’ la Terra che ci nutre’’
hai detto che dobbiamo essere sempre grati
per la nostra terra e per ogni altra cosa,
ecco perché siamo qui riuniti.
Siamo tuoi figli, Signore del Cielo.

Il fumo si alza
e noi ti offriamo preghiere.
hai detto che avremo del cibo
per il nostro lavoro
hai pensato un mondo dove sarebbero cresciute
innumerevoli piante, alcune delle quali con dei poteri medicinali
e una di esse potrebbe essere Ona’o
il cibo sacro, nostra Sorella Granturco
tu le hai fatto dono di due abbarbicanti sorelle
la bella Oa’geta, nostra Sorella Fagiolo
e la generosa Nyo’sowane, nostra Sorella Zucca
le Tre Sacre Sorelle che ci sostengono

Tu hai creato tutto questo, Signore del Cielo,
e lo hai fatto per aiutarci
e hai stabilito che quando la calda stagione arriva
noi possiamo godere del ritorno della vita
pensare a te ed esserti grati
e riunirci qui, intorno a questo Sacro Fuoco
e mentre il fumo si alza
noi ti offriamo le nostre preghiere
parliamo con te attraverso i circoli di fumo.
Ti siamo grati, Signore del cielo. 

 

BISKUPSKY CHLEBICEK 

(Pane del Vescovo – Repubblica Ceca)

 

pane-del-vescovo. Ingredienti per un pane grande o 4 piccoli pani.

250 g farina di farro – 300 g zucchero di canna moscovado – ½ bustina di cremor tartaro – 4 uova freschissime biologiche – 70 g pistacchi tritati fine – 70 g uvetta sultanina ammollata – 50 g fichi secchi tritati fine – 60 g noci tostate e tritate fine – 70 g cedro candito e tagliato a pezzettini – ½ c polvere di noce moscata – 1 bicchierino di vino dolce bianco – 1 c sale marino

Lasciare i canditi in ammollo in acqua calda per 5 minuti, scolarli, asciugarli e tritarli. Mescolarli ai fichi, alle uvette e a un cucchiaino di farina.
In una ciotola grande mescolare farina, lievito e sale, aggiunger la frutta di cui sopra e quella secca. Mescolare molto bene. Sbattere i tuorli delle uova a spuma con la frusta, dopo averli separati dall’albume, e unirvi lo zucchero di canna.
Incorporare al composto. Aggiungere gli albumi delle uova sbattuti a neve. Mescolare bene.
Preparare uno stampo per dolci a forma di ciambella con il buco. Ungerlo bene con olio di oliva extra vergine. Versarvi l’impasto e sbatterlo bene perché prenda la forma dello stampo.
Intanto avremo preparato il forno caldo per la cottura a 160°. Infornare e cuocere per un’ora e trenta minuti.
Il dolce deve risultare di un bel colore ambrato. Togliere dal forno e aspergere con il vino bianco. Lasciare assorbire bene. Poi togliere dallo stampo. Servire decorato per l’occasione.

 

DOLCE RICCO DI FRUTTA

 (Australia)

(si prepara un mese prima ed è usanza servirlo con

il tè o il caffè il giorno di Natale) 

 

dolce-di-frutta. 200 g farina di farro – 200 g zucchero di canna moscovado – 4 uova fresche – una tazza di olio di mais – ½ kg uvetta sultanina ammollata – 125 g mirtilli (usare quelli surgelati lasciati rinvenire) – la buccia di un limone grattugiata – la buccia di un’arancia grattugiata – 60 g datteri sminuzzati – 1 bicchierino di marsala – 1 c polvere di vaniglia – 100 g cadauno canditi di limone, arancia e ciliegia (preparati per dolci biologici) sminuzzati – 1 c cannella in polvere – 1c polvere noce moscata – 1 bicchierino di grappa

Preparare il forno caldo a 150°.
Mescolare tutta la frutta candita con il marsala e lasciare insaporire.
In un recipiente capiente, unire olio, vaniglia, le scorze grattugiate, lo zucchero, ed una alla volta le uova, la cannella, la noce moscata, sempre mescolando bene.
Aggiungere la frutta candita. Amalgamare bene il composto. Versare il tutto in una tortiera a bordi alti rivestita di 4 strati di carta da forno e muovere bene il tutto finché non si livella uniformemente.
Cuocere per almeno 3 ore. Il dolce è pronto quando, inserendo nella pasta uno stecchino lungo di legno come tester, questo non esce perfettamente asciutto.
Togliere quindi dal forno, spennellare bene con la grappa.
Sigillare con un foglio di alluminio e lasciare raffreddare. Togliere poi dallo stampo, senza rimuovere la carta da forno.
Conservare avvolto da un foglio di pellicola da cucina e all’interno di un contenitore ermetico e in luogo fresco (non il frigorifero!)


 

PANE DI FRUTTA E MIRTILLI 

(U.S.A.)

pane-frutta-e-mirtilli. 200 G farina di farro – 150g malto di riso – ½ bustina cremortartaro – 5 C olio di mais – 2 bicchierini di succo d’arancia – 1 uovo fresco – la scorza grattugiata fine di un’arancia – 2 etti mirtilli (vanno bene quelli surgelati lasciati rinvenire) – 70 g noci tostate e tritate a granella – ½ c sale marino fine

Mescolare farina, lievito e sale marino in una ciotola. Sbattere l’uovo e incorporarlo.
Aggiungere l’olio di mais, il malto, il succo d’arancia, la scorza, uno dopo l’altro sempre mescolando. Aggiungere i mirtilli e le noci. Continuare a mescolare.
Preparare il forno caldo a 180°.
Utilizzare uno stampo alto per dolci tondo o rettangolare. Rivestirlo di carta da forno a doppio strato. Versarvi il composto, spennellare con olio di mais.
Cuocere per un'ora.


 MELE DELL’AVVENTO

(Germania)

mele-al-forno. Mele rosse (almeno una a commensale e di taglia regolare) – 1 C crema di tahin – olio di mais – pizzico di sale marino fine – 2 C marmellata di ciliegie (meglio pura di sola frutta) – 40 g uva sultanina ammollata e strizzata – 15 g mandorle pelate e tagliate a listelle – 1 bicchiere di saké o mirin o vino bianco secco

Mescolare le uvette alla marmellata e alla crema tahin. Salare. Lavare le mele e, con l’apposto levatorsolo, svuotarle al centro. Appoggiarle in apposite ciotoline per la cottura al forno, poi su una teglia una vicina all’altra. Riempire il centro con il composto cremoso.
Praticare con la punta di un coltellino delle incisioni a croce sulla superficie delle mele, distribuendole a raggiera. Questo per potervi infilare le listelle di mandorle (l’effetto è di tanti porcospini). Spruzzare con il vino bianco (o il saké o il mirin).
reparare il forno caldo a 200°. Infornare quindi per una trentina di minuti max.