vaccinazioni. I Danni da Vaccino nei Bambini .
Il mercurio nei vaccini provoca autismo nei bambini? Una risposta definitiva è difficile da dare, anche oggi. Nessuno può dire con certezza che il thimerosal, un battericida contenente il 49,6% di mercurio, sia il responsabile dell’aumento esponenziale di casi di autismo, di disordine da deficit dell’attenzione (ADD), di ritardi nel linguaggio e altri disturbi registrati nell’ultimo decennio. Ma nessuno può nemmeno dire con certezza con non lo sia.
Il 18 maggio 2004, il prestigioso Institute of Medicine pubblicò un rapporto nel quale affermava che l’insieme delle evidenze disponibili conducevano a un “rigetto dell’ipotesi di correlazione causale” tra thimerosal e autismo1. Quella commissione indipendente, alla quale il governo aveva affidato il compito di studiare la questione, inflisse dunque un duro colpo ai sostenitori dell’ipotesi thimerosalautismo. Ma, nonostante la sua autorevolezza, il rapporto non fu sufficiente per chiudere la discussione sulla controversia medica che andava emergendo. E recenti studi, tutti pubblicati, su animali e in vitro hanno fornito interessanti evidenze biologiche del danno (anche se non la prova vera e propria) provocato dai vaccini contenenti mercurio. Esattamente cinque anni fa, il governo federale rivelò in una “dichiarazione congiunta” che alcuni bambini americani erano stati esposti a livelli di mercurio attraverso i vaccini che andavano oltre i limiti di sicurezza federali. Da allora, i responsabili della sanità hanno iniziato a eliminare il mercurio dai vaccini per l’infanzia e a valutare se l’esposizione al thimerosal nei bambini potesse provocare autismo o altri disturbi nello sviluppo neurologico. Al momento, nessuna certezza è stata raggiunta.


Il thimerosal è stato rimosso dalla maggioranza dei vaccini che solitamente vengono somministrati ai bambini americani. Ma si trova ancora nella gran parte dei vaccini antinfluenzali, che il governo statunitense raccomanda alle donne gravide e ai bambini tra i 6 e i 23 mesi di età2. Nel 2004, i centri per il controllo delle malattie (CDC) dichiararono di preferire per i bambini dosi di antinfluenzale prive di mercurio3. Il mercurio si trova anche in alcuni vaccini antitetanici, antidifto- tetanici, contro la pertosse e la meningite, che a volte, anche se non di routine, sono somministrati ai bambini. È anche utilizzato in alcuni farmaci da banco, come gli spray nasali, le gocce per occhi e orecchie e anche nei trattamenti per le emorroidi4.
Nel frattempo i CDC non erano in grado di accertare o smentire definitivamente la teoria secondo cui il thimerosal è in grado di provocare autismo, ADD, ritardo nel linguaggio o altri disturbi. Sono stati pubblicati numerosi studi negli anni passati da parte di diverse agenzie e tutti sostenevano che non esistesse una connessione tra quell’eccipiente e la malattia. Il CDC insiste nell’affermare che la materia è stata sviscerata a fondo e che non sono state trovate “prove del danno” dovuto al thimerosal nei vaccini.
Ma “nessuna prova del danno” non significa avere la prova della sicurezza. Non avere la prova del danno non è una risposta definitiva; e questa è una storia che implora risposta.
Sono tanti coloro che hanno chiesto come mai un’affidabile agenzia della salute possa permettere che una nota neurotossina venga iniettata in bambini piccoli in dosi che eccedono la soglia massima federale di sicurezza per gli adulti di circa 15 volte per ogni dose. È una domanda ingombrante e non ci sono risposte soddisfacenti.
Ma un piccolo gruppo di genitori, aiutati da una manciata di scienziati, medici, politici e avvocati, ha investito gli ultimi cinque anni nella ricerca di risposte. Malgrado la feroce resistenza da parte delle potenti lobby della salute pubblica, questi genitori non hanno mai ceduto e continuano a cercare la prova che il mercurio nei vaccini è ciò che ha gettato i loro figli, molti dei quali maschi, nell’infernale mondo perduto dell’autismo.
Certo, in ogni storia ci sono sempre due facce della medaglia e questa non fa eccezione. Per ogni frammento di evidenza che ha permesso a genitori e ricercatori di correlare il thimerosal con l’autismo, le autorità di salute pubblica hanno prodotto dati per dimostrare il contrario.
I genitori e i loro alleati accusano i responsabili della salute pubblica e le industrie farmaceutiche di negligenza e incompetenza nella migliore delle ipotesi, nella peggiore di malafede e di collusione.
D’altro canto, i sostenitori dell’ipotesi mercurio-autismo sono stati contrattaccati e trattati con disprezzo da molti che fanno parte dell’establishment medico americano, che evidentemente ha tutto l’interesse a dimostrare che questa spiacevole teoria è sbagliata.
Ogni parte accusa l’altra di essere irrazionale, fanatica, cieca di fronte a evidenze scomode, e influenzata nel giudizio da conflitti di interesse professionale, finanziario o emotivo. In un certo qual modo, ognuna delle parti è nel giusto.
Alcuni bambini autistici non sono mai stati esposti al thimerosal e la gran parte delle persone che ha ricevuto vaccini con mercurio non mostra segni di danno. Ma se il thimerosal non è responsabile dell’evidente epidemia di autismo negli Stati Uniti, allora incombe sui responsabili della salute pubblica il dovere di organizzare una ricerca su vasta scala per identificare la causa. In fondo, il dibattito sul thimerosal ha costretto la comunità scientifica, anche se riluttante, a considerare il fattore ambientale della malattia, piuttosto che guardare solamente a una spiegazione genetica. L’autismo è ormai un’epidemia ed epidemie genetiche non ve ne sono mai state. C’è qualcosa nel nostro modo di vivere moderno che sta portando un certo numero di bambini suscettibili a oltrepassare la soglia del normale sviluppo neurologico provocandone la caduta in una sorta di stordimento, che diventa autismo o altri disturbi neurologici. Sono stati menzionati molti altri possibili colpevoli oltre al thimerosal, malgrado non ci siano incisive evidenze del loro legame con la malattia. I possibili elementi ambientali incriminati sono: il mercurio nel pesce, i pesticidi, i Pcb, i carburanti degli aerei, le sostanze cosiddette “ritardanti di fiamma”, i virus vivi nei vaccini e virus non ancora identificati, oltre al sempre più diffuso utilizzo di telefoni cellulari. È possibile che qualche combinazione di questi elementi, con o senza l’inclusione del thimerosal, possa causare danni a feti o bambini piccoli. Ma l’esposizione al thimerosal è la più studiata e documentata, così come l’effetto del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia. Questo libro prende in considerazione le evidenze presentate dalle due parti in causa nella controversia, ma parte e racconta dal punto di vista soggettivo dei genitori. Forse questa stessa storia potrà essere un giorno raccontata dal punto di vista opposto, quello dei medici, dei burocrati e delle case farmaceutiche che si dicono mossi dal desiderio di liberare i bambini dalla minaccia delle malattie infantili.
Ma molti dei funzionari della salute pubblica che sminuiscono la teoria del thimerosal non si sono resi disponibili a essere intervistati per questo libro (o forse i loro superiori glielo hanno proibito). I lettori sono invitati a trarre le loro conclusioni sulla base dell’evidenza.
L’inoculazione di mercurio organico direttamente nell’organismo in via di sviluppo dei bambini piccoli provoca danni irreparabili? È una tesi plausibile e una domanda di importanza vitale. Se la risposta fosse affermativa, qualcuno dovrebbe rispondere di quanto finora accaduto.
Perché i CDC e la FDA hanno permesso che i bambini venissero esposti ad alti livelli di mercurio attraverso i vaccini dal 1988 al 1992 senza darsi pena di valutare l’accumulo e i suoi potenziali rischi? Perché in concomitanza di questa esposizione si è avuto un picco di casi di autismo e disturbi similari? Perché l’autismo è passato da una bassa incidenza, 1 caso ogni 10.000 nati negli anni ’80, a 1 caso ogni 500 alla fine degli anni ’90? Perché ha continuato ad aumentare fino a manifestarsi in 1 caso ogni 250 nel 2000 e in 1 caso ogni 166 oggi5? Perché sono aumentate anche patologie quali il disordine da deficit dell’attenzione, le sindromi da iperattività e altri problemi neurologici? E perché a 1 bambino americano ogni 6 viene diagnosticato un disturbo del comportamento o dello sviluppo6? E perché l’autismo affligge circa quattro volte di più i bambini rispetto alle bambine7?
L’autismo è tradizionalmente una malattia dei paesi industrializzati, almeno fino agli anni recenti. Ma non tutte le nazioni occidentali hanno avuto epidemie di autismo. L’ampio spettro dei disordini autistici (ASD) negli Stati Uniti, con 60 casi oggi ogni 10.000 (1 ogni 166) bambini, è molto più diffuso rispetto ai paesi del Nord Europa come la Danimarca, che ha tolto il thimerosal dai vaccini nel 1992 e che ora registra 7,7 casi ogni 10.000 (1 ogni 1.300). L’Inghilterra, che ha annunciato l’eliminazione del mercurio dai vaccini nel settembre 2004, ha la stessa incidenza di ASD (1 ogni 166) degli Stati Uniti8.
Questo non è un libro contro i vaccini. Le vaccinazioni infantili sono state forse una delle maggiori conquiste della salute pubblica nel XX secolo e i vaccini continueranno a giocare un ruolo cruciale nelle nostre vite in un momento di incertezza come questo in cui assistiamo a malattie emergenti e al potenziale pericolo del bioterrorismo.
Alcuni genitori, temendo effetti dannosi, si sono convinti a non vaccinare i loro figli. Molte persone pensano che questo sia azzardato e pericoloso. Qualcuno di noi è vecchio abbastanza per ricordarsi le grandi epidemie di influenza, pertosse, vaiolo, poliomielite, difterite e morbillo che decenni fa colpivano intere popolazioni; con l’avvento dei vaccini queste malattie sono diventate un concetto astratto che non fa più paura, almeno in America. Queste malattie, tutte prevenibili, possono anche uccidere. Quando la copertura vaccinale crolla, le malattie aumentano.
Questo libro non dovrebbe essere considerato di parte. Mentre alcuni, che vengono citati, attaccano in maniera molto critica l’amministrazione Bush e i repubblicani al Senato, due dei maggiori protagonisti – sempre dal punto di vista di questi genitori – sono tra i membri più conservatori del Congresso. Inoltre è importante ricordare che gran parte di questa vicenda ha avuto luogo durante l’amministrazione del presidente Bill Clinton.
La paura di tanti genitori nei confronti dei vaccini ha minacciato l’efficacia del Programma di vaccinazione nazionale statunitense. Ma se gli scienziati provassero che il mercurio nei vaccini ha avuto un ruolo nell’epidemia di autismo e attestassero che il “colpevole” è stato in gran parte rimosso (o che un giorno lo sarà totalmente), allora la fiducia nelle vaccinazioni infantili potrebbe riassestarsi su livelli rassicuranti.
Però la maggior parte dei responsabili sanitari insiste nell’affermare che il mercurio nei vaccini è innocuo, anche se poi si sprecano gli avvertimenti sulla pericolosità del mercurio contenuto nel pesce. Questi messaggi contraddittori non aiutano a recuperare fiducia nei programmi vaccinali.
La maggior parte dei vaccini viene proposta in fiale multidose e non può essere venduta senza un conservante battericida come il thimerosal. Grazie al suo contenuto di mercurio, il thimerosal previene la contaminazione, dovuta a batteri e funghi, delle fiale che vengono ripetutamente bucate sul sigillo con diversi aghi. Il thimerosal non è necessario per le fiale monodose né si utilizza nelle preparazioni vaccinali, come l’antimorbillo-parotite-rosolia (MPR), che contengono virus vivi.
Il thimerosal ha iniziato a essere commercializzato per i vaccini negli anni ’30 ed è rimasto il conservante “di scelta” negli Stati Uniti per tutto il ventesimo secolo. Sono stati studiati e sviluppati conservanti privi di mercurio, ma non sono mai stati usati diffusamente. La ragione principale è sostanzialmente economica. Sviluppare conservanti alternativi e farli testare e approvare dalla FDA è costoso. Puntare sulle fiale monodose, un’altra opzione possibile, è fattibile ma sempre costoso e ingombrante quando si tratta di trasportarle e stoccarle. Inoltre, il thimerosal è utilizzato spesso dalle stesse case farmaceutiche come sterilizzante durante i processi produttivi. Quindi, poiché nei vaccini c’è già, non ha molto senso cercare un’alternativa anche perché né la FDA né i CDC hanno mai detto che il thimerosal è rischioso. Curiosamente, il primo caso di autismo fu registrato soltanto nei primi anni ’40, pochi anni dopo l’introduzione del thimerosal nei vaccini. Fu descritto dagli psichiatri Leo Kanner e Hans Asperger, che indipendentemente uno dall’altro coniarono rispettivamente i termini di autismo e autistico. Il termine deriva dalla parola greca autos, cioè il sé.
Alla fine degli anni ’40, lo psicologo di origini austriache Bruno Bettelheim avanzò la teoria secondo cui i bambini autistici provenivano da famiglie in cui era presente la cosiddetta “madre frigorifero”, cioè una madre incapace di trasmettere calore e supporto emotivo necessari per il normale sviluppo del bambino. Il termine è rimasto in uso fino agli anni ’60.
Nel 1964 Bernard Rimland, psicologo e padre di un bambino autistico, scrisse un libro che fece scalpore intitolato Autismo infantile: la sindrome e le sue implicazioni per una teoria neurale del comportamento. Il libro acquistò presto largo credito smontando la teoria della madre frigorifero, che oggi appare ormai ridicola e offensiva per molti genitori. Il libro contribuì a convincere la comunità psichiatrica che l’autismo non era affatto un problema emotivo, ma piuttosto biologico.
Negli anni ’80 in alcuni genitori di bambini autistici cominciò ad affiorare il sospetto che i vaccini fossero in qualche modo coinvolti nel problema. Nel 1985 Barbara Leo Fisher, co-fondatrice del National Vaccine Information Center [Centro per l’Informazione sui Vaccini, N.d.T.], pubblicò un libro (insieme a H.L. Coulter) intitolato Uno sparo nel buio. Nel corso delle sue ricerche aveva scoperto che molti bambini avevano sviluppato danni cerebrali dopo una reazione conseguente alla somministrazione di vaccino contro difterite-tetano-pertosse (DTP).
I vaccini continuarono poi a rimanere in qualche modo collegati alla questione dell’autismo e ottennero una nuova notorietà quando un giovane medico inglese, Andrew Wakefield, disse che il vaccino a virus vivo MPR (che non contiene thimerosal) potrebbe avere contribuito e contribuire all’autismo regressivo nei bambini. Si arriva quindi al luglio 1999, quando il governo statunitense prende posizione – la “dichiarazione congiunta” – riguardo i livelli di mercurio nei vaccini per l’infanzia.
E ora la posta in gioco non potrebbe essere più alta di così: cause legali per miliardi di dollari pendono nei confronti delle case farmaceutiche che producono vaccini. Le industrie, dalle profonde tasche ricolme, hanno esteso la loro generosità finanziaria a politici e scienziati in tutto il paese nella palese richiesta di una immunità contro le azioni legali e, qualcuno dice, con l’intento di sopprimere ogni prova della tossicità del thimerosal.
Intanto la reputazione della salute pubblica americana è ai minimi storici. Le giurie non hanno ancora preso posizione sul thimerosal, ma molte deliberazioni sono sulla buona strada. Così una parte della controversia risulterà vincitrice, mentre l’altra sarà ricordata con imperituro dispregio nei libri di storia della medicina.
Nel novembre 2003 il padre di un ragazzo autistico del Nord Carolina, impegnato nella battaglia contro il thimerosal e molto religioso, fermò un noto pediatra al termine di una conferenza durante la quale il medico aveva parlato della sicurezza dei vaccini in generale e del thimerosal in particolare. «Sa cosa le dico dottore? – disse il padre – se verrà fuori che lei ha ragione, verrò personalmente nel suo ufficio e mi scuserò con ogni fibra del mio essere. Ma se verrà fuori che ha torto – aggiunse – lei andrà all’inferno».

9 luglio 2004 - Edizioni Macro

 

 

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