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Una conferenza di Fabio Battilana

 

battilana.

Porre mente al corpo, affinché i due poli si inte­grino vicendevolmente. È questo il percorso indicato dall’analisi bioenergetica, che il dottor Fabio Battilana ha illustrato nel corso della conferenza tenuta presso il Centro Culturale Estrada di Treviso, nell’ambito del ricco calendario proposto ogni anno dall’associazione.

Secondo la Bioenergetica – fondata agli inizi del ‘900 da Wilhelm Reich e proseguita dal suo al­lievo Alexander Lowen, recentemente scomparso lo scorso anno alla venerabile età di 98 anni – tra corpo e carattere esiste un’identità funzio­nale. Ovvero, il tipo di mente/carattere che uno possiede influenza il corpo che egli ha.

Lowen stesso disse che ‘il corpo umano per chi lo sa leggere è come la sezione di un albero’, i cui segni non lasciano dubbi circa l’interpretazione. “Nel nostro corpo – ha spiegato il dottor Battilana, fisiatra ed esperto in bioenergetica – è iscritto tutto il nostro vissuto. Ed è importante per la psicotera­pia, perché se esiste questa identità noi possiamo andare ad agire sulla mente, lavorando sul corpo. Serve insomma    una    equivalente modifica del corpo per avere un    cambiamento    caratte­riale” .

 Il respiro e la postura, due sentinelle efficaci

Ma quali sono i cardini del lavoro corporeo da cui cominciare per avviare questo processo? “Sono il respiro e la postura – ha aggiunto Battilana – Non ci può essere infatti un equivalente cambiamento caratteriale senza un cambiamento del respiro e quando parlo di respiro intendo quello inconscio, non quello profondo e volontario. In questo modo, la modificazione del respiro andrà a riflettersi sulla no­stra costituzione caratteriale e viceversa. Il respiro, come un’onda, muove le varie parti del corpo e de­termina sensazioni. Se saremo connessi a queste sensazioni e alle emozioni collegate potremo attin­gere a funzioni superiori”.

Attraverso il respiro, noi veniamo in contatto con i cicli della vita. Essere in un ciclo non significa seguire una fase lineare o circolare, ma una sorta di spirale dinamica, dove si è morti rispetto al ciclo precedente ma non totalmente, perché una parte di noi riparte con quello successivo. Si è allora in pace, ci si sente sicuri e in sintonia con la Terra, come ac­cade per le stagioni e per il giorno e la notte, con i processi di espansione e di contrazione.

Comprendiamo così che siamo sì corpi se­parati e a sé stanti – precisa Battilana – ma in co­munione   con   gli   altri,   come   l’aria   che   noi respiriamo e che è la stessa che respirano tutti. Il respiro è il movimento di base della Terra”.

La postura è altrettanto fondamen­tale per capire una persona nella sua interezza. In base alle sue fasi evolutive e ai blocchi accumulati, ogni persona svilupperà un tipo di postura dominante – tutte in qualche modo compresenti in ognuno di noi, perché siamo uniti al Tutto anche in questo -, riassumibili in cinque tipologie.

La prima, riguarda i blocchi nella fase uterina e fetale, il cosiddetto ‘blocco nel diritto di vivere’, che porterà a un tipo chiuso che inspira poco.

La seconda vede inibito il diritto ad avere bi­sogno. Questa persona ha tanta energia dentro ma che non può arrivare in periferia. Spesso vi è una se­parazione tra la parte inferiore e la parte superiore, che sussiste perché se l’individuo desse retta al biso­gno troverebbe quello che ha provocato quello stato e, dunque, la sofferenza.

La terza si vede negato il diritto all’autono­mia dal bisogno dell’altro. In genere capita con un genitore cosiddetto ‘seduttivo’ che finge di acconten­tare il proprio piccolo ma in realtà fa quello che vuole lui: ‘ mamma, voglio giocare’, ‘ certo caro, ma an­diamo giocare al supermercato così mamma fa la spesa’.

La quarta è la cosiddetta struttura masochi­sta e si vede negare il diritto ad affermarsi. L’indivi­duo fa le cose a comando e trattiene. In genere si tratta di individui dai toraci possenti, con grande energia e senso di superiorità.

La quinta è rappresentata da un carattere ri­gido, che si forma nella fascia di età tra i 5-6 anni. Gli viene negato il diritto di esprimere i propri bisogni sessuali. Il bimbo vuole un contatto ‘a pelle’ con la madre, ma la madre lo inibisce. Porterà così nella sessualità tutto ciò che vede e non metterà la ses­sualità in contatto col cuore.

La Bioenergetica si sviluppò dopo il distacco di Reich da Freud.

Reich era infatti convinto che il linguaggio corporeo fosse più utile a sondare l’inconscio che non i sogni. Una visione assolutamente controcorrente ri­spetto al pensiero dominante, con il quale egli lottò per tutta la vita, ma che lo spinse su percorsi nuovi e mai esplorati.

Riuscire a tirare fuori questa parte inconscia, significa toccare dei blocchi che impediscono il flusso armonico del respiro e la libertà dei movimenti ar­monici”. Secondo Lowen, è la corporeità soggettiva dinamica, in rapporto con le emozioni che l’individuo sta vivendo, a tracciare la mappa sulla quale seguire la nostra pista. Non importa dunque, per esempio, come sia fatto un viso, ma come questo viso si at­teggi nelle varie relazioni.

È evidente che non esiste un metodo di cura standard che va bene per tutti, ma ogni paziente è assolutamente a sé stante” spiega il dottor Battilana. Non solo: cambia anche radicalmente la visione ma­lato/medico che abbiamo ereditato dal passato: “Non esiste più un terapeuta che deve guarire un malato – precisa Battilana – ma c’è chi accompagna chi sta male nel suo viaggio dentro la propria infan­zia, per capire cosa determina la sua vita odierna”.


I corpi ci parlano

Per raccogliere più dati possibili attraverso il corpo, Reich inventò una posizione chiave: mettendo in piedi il paziente, egli lo vedeva nella sua dinami­cità e soprattutto nel suo rapporto con la gravità, af­finché ‘egli si sentisse sulle proprie gambe’, fosse connesso con i ritmi della Terra e scaricasse le ener­gie in eccesso al suolo.

Così, l’essere umano entra in contatto con la sua ‘parte ombra’, dove ci sono i ricordi dei traumi vissuti tra gli 0 e i 6 anni, la fase critica di imprinting di ogni individuo. “Nessuno sfugge a questo binario frustrante - spiega Battilana -, neppure se poté con­tare su di una coppia genitoriale accudente. Inoltre è difficilissimo uscirne”.

I corpi dunque ‘ci parlano’. Ci sono persone con toraci incredibili e gambe o piedi piccoli ed è pro­babile che durante la loro infanzia abbiano avuto pri­vazioni o frustrazioni che le hanno rese insicure. A chi è gracile non servono muscoli, perché non ha avuto il permesso di vivere liberamente. E ancora: una persona depressa ha occhi cupi, velati e poca energia.

Il linguaggio corporeo è una spia del mo­mento che stiamo vivendo. Reich, per esempio, si accorse che i pazienti nevrotici trattenevano il re­spiro. Così, se siamo impauriti tratteniamo il respiro, se siamo in pace esso scorre liberamente. Attraverso di esso, allora, possiamo familiarizzare con la nostra parte inconscia. E se ci mettiamo la volontà - sotto­linea il dottor Battilana - capiremo che non possiamo farne a meno, che è un nostro amico e ci appogge­remo a esso. L’importante è guardarlo senza modi­ficarlo. Così, la parte volontaria - consapevolezza -guarda a quella involontaria - inconscio -. E a se­conda delle emozioni che avremo vedremo come cambia il respiro, arrivando a conoscere quella parte ombra. Ma non è facile. Si presuppone un grande la­voro e un fidarsi della vita”.

Secondo Battilana, non è un lavoro che si possa compiere da soli, anzi, ‘il fai da te’ è proprio sconsigliato, vista la posta in gioco.

Serve chi ci sa accompagnare, come novelli discepoli seguiti da un maestro.

La cosa, del resto, non ci dovrebbe turbare neppure più di tanto, visto che veniamo al mondo e siamo subito raccolti da dei maestri di vita - i nostri genitori o chi per essi -, veniamo affidati a dei tutori che seguono la nostra istruzione e si occupano della nostra crescita spirituale, ma soprattutto ognuno di noi è maestro di qualcuno e discepolo di qualcun altro, per tutta la vita.

Tratto dal nr.42 di Febbraio 2011 della Rivista Online LOTO