Verso la Liberta'

waterVERSO LA LIBERTA', VIAGGIO NELLE TERRE DEGLI INDIANI DELLE COSTE DEL NORD-OVEST - Estate 2000

......Appunti..... Appunto!

Un lungo viaggio parte con il primo passo. L'ho letto da qualche parte e lo devo aver trascritto da qualche altra, ma ormai deve essere seppellito sotto quella immensa pila di libri, carte, fogli, documenti, riviste, giornali, che giace e sta crescendo, quasi vivesse di vita propria, sulla scrivania e nella stanza, guardandomi beffardamente tutti i giorni.

Il viaggio verso il British Columbia (Canada occidentale) è iniziato, solita trafila aeroportuale e poi sono immersa nell'oblio del volo nel tempo, con le spaventevoli pause cibo-Chernobyl e, come nelle memorie dei nostri emigranti, apro la mia valigia di cartone e apparecchio con i panini al seitan e verdure e bevo il mio calice di bancha. Ricado nell'oblio, avvolta nella copertina verde-sonno e mi sveglio solo due giorni dopo quando il camper lascia Vancouver, diretto al Nord, alle Queen Charlotte Islands, regno degli indiani Haida, una delle prime popolazioni arrivate, nel nord delle Americhe, almeno 12.000 anni fa dalle regioni asiatiche, al seguito dei grandi animali, attraversando lo Stretto di Bering.

Cosa spero di trovare? Cosa cerco? E poi, perchè così lontano?

La strada si snoda tranquilla, lungo paesaggi maestosi, cieli maestosi, fiumi maestosi, qui le dimensioni Europee sono lillipuzziane, e finisco per perdere la mia fisicità e l'antropocentrismo cattolico, per una più serena e taoistica visione dell'uomo.

Io, donna, piccola accanto alla montagna, microcosmo appoggiato e compenetrato al suo macrocosmo, e il cuore si dilata, gli occhi si spalancano ad una nuova e costante luce. Luce di materia fatta di spirito. Se continua così mi scioglierò prima di aver posato un solo piede sul suolo nativo! Meno male che ogni tanto ci sono la banalità e la bruttura di città formato "tutto compreso": pompe di benzina, Mac Donalds, Ufficio del Turismo, Dairy Queen, coffe-shops, etc....

Ad un bivio, ove le strade sembrano poi ricongiungersi, scelgo di andare a sinistra, verso D'Arcy.

A pomeriggio inoltrato arrivo ad un campeggio. Il cartello avverte:"Quello che per voi è l'inferno, è il nostro paradiso, comportatevi con cura e rispetto".

Scopro di essere alla fine della strada, qui due mondi e due visioni si scontrano: la visione di un paradiso ipotetico futuro, e quella del paradiso qui ed ora. Come un lampo dalla pila beffarda di casa esce un bigliettino: "Per voi uomini bianchi il paradiso è in cielo, per noi il paradiso è la terra. Quando ci avete rubato la terra, ci avete rubato il paradiso" (Piccola Foglia 1990).

Tiro il bigliettino e scivola fuori un foglio:....l'idea messianica...altro non è che un rifiuto del mondo così com'è adesso e l'invocazione di qualcosa di migliore a venire, in un tempo fuori dal tempo. Nell'originaria mitologia dei popoli coltivatori, il giardino del Messia è l'adesso, qui ed ora, la divinità o la potenza divina è già viva in tutte le cose, perchè è morta a se stessa. Essa è in noi, e noi siamo lei, perchè anche noi siamo morti al nostri io. Non c'è nulla che debba venire, nulla da cambiare, il divino è qui ed ora...

Forse è questo che sto cercando, il qui ed ora, il senso del sacro, il legame con la Dea Madre, la Terra, attraverso la quale il Cielo manifesta se stesso: i suoi Fiumi, il mio sangue; il Vento, il mio Respiro; i suoi Alberi, i miei Occhi; il Terreno, il mio Corpo.

Domani risaliro' il fiume, che i proprietari del campeggio mi assicurano pieno di salmoni che tornano a casa, in questo periodo dell'anno, per deporre le uova. Alla luce del giorno il fiume si rivela color porpora e smeraldo tanto è pieno di salmoni, nuotano risoluti verso la meta, contro corrente, contro la schiuma ribollente del fiume.

Tutti insieme verso il loro approdo finale, presto, presto, dobbiamo arrivare, deporre le uova e morire, dicono all'unisono, con quel colore intenso, segno dell'immensa e gioiosa fatica, poichè giungono da molto lontano, dall'oceano primordiale. Seguo il fiume per un lungo tratto, irretita da tanta tragica bellezza, seguo la Danza dei Salmoni, dimentica del tempo, del luogo, dello spazio. Mi smembro, ancora una volta, perdo la mia fisicità ed entro nel fiume, non sento l'acqua scorrermi intorno, sono sempre stata nell'acqua, sono un salmone accanto ad altri esseri come me, e nuoto, e nuoto, e nuoto, sempre più veloce, sempre più forte, con rinnovato vigore ad ogni colpo di coda, ad ogni salto per arrivare alla mia sorgente, dove sono nata, alle acque calme che mi hanno nutrita e protetta prima del grande viaggio verso l'infinito Oceano.

Improvviso il dolore, mi manca il respiro, sono ritornata nel mio corpo, ho lasciato il mio sogno per ritrovarmi di fronte ad uno sbarramento creato dall'uomo. Da una riva all'altra, diaboliche griglie impediscono ai salmoni di saltare di là, di portare a termine il viaggio. Li guardo dalla riva, i Salmoni, e leggo il loro smarrimento, non riescono, non possono capire, la loro memoria non registra quell'ostacolo insormontabile, il fiume, la terra non ha mai prodotto ostacoli insormontabili. Il senso del dolore è grande. La libertà e la gioia sono svanite. Il senso dell'esistere spezzato. Sono li a centinaia, sotto la cascata di acqua, tentando e ritentando di oltrepassare le griglie, invano.

scoiattolo. Ancora una volta l'uomo ha rubato il paradiso. La fabbrica del pesce ha preparato una deviazione, in modo che i salmoni vadano a deporre le uova nei bacini da lei costruiti, il viaggio si tramuta in un allevamento per profitti insaziabili, per bocche insaziabili. Quanta lontananza dalla comunione dell'uomo con la Terra e il Cielo di cui l'indiano parla. Sono passati due giorni e la tristezza fatica ad andarsene. L'incontro con uno scoiattolo infine mi riconcilia con la vita: volevo dargli una mandorla, lui prima mi morde il dito, poi si prende la mandorla.......

Enrica Artaria

Reflessologa, Rebirther, Insegnante di alimentazione e salute secondo la Medicina del Cielo e della Terra. Da anni ricercatrice dell'uomo e di se stessa. Collabora con diversi Centri di Discipline Orientali e Olistiche nel Nord Italia.