Riflessioni su una realtà infranta

“Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia, ancora vedo le donne e i bambini massacrati, ammucchiati a sparsi lungo quel burrone a zig-zag; chiaramente come li vidi coi miei occhi da giovane. E posso vedere che, con loro, morì un’altra cosa, lassù, sulla neve insanguinata, e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno… il cerchio della nazione è rotto e i suoi frammenti sono sparsi. Il cerchio non ha più centro, e l’albero sacro è morto’’.

Riflessioni. Riflessioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Così Alce Nero (Sioux Oglala) ricordava. anni dopo la strage di Wounded Knee/Wakpe-opi-wakpala, uno dei più grandi ed ingiustificati massacri di Indiani da parte dei Bianchi che la storia ricordi.

Tutto ebbe inizio alcuni secoli prima, precisamente nell’ottobre 1492 quando Cristoforo Colombo approdò nelle Antille. Da allora si assistette a continui soprusi, oppressioni e violenze da parte dei bianchi invasori verso i “selvaggi”; tutto ciò solo perché i Uas’ichu (popoli di origine europea) erano convinti che la ragione fosse dalla loro parte, e che Dio li avesse scelti come razza superiore e, di conseguenza, era loro diritto esportare la cosiddetta “civiltà”, e annientare chiunque ne ostruisse l’avanzata. Questo, purtroppo, avvenne esattamente. Ai conquistatori non bastava mai la terra che gli veniva donata ed essi, a causa della loro sete di conquista e di ricchezza, sterminarono intere comunità, molte delle quali vivevano in modo pacifico sulle terre da secoli occupate dalle loro genti.

Riflessioni. Riflessioni.

 

 

 

 

 

 

 

Inoltre va detto che Uas’ichu (popoli di origine europea) e Indiani avevano due visioni del mondo e della vita estremamente differenti e molto raramente riuscirono ad incontrarsi e a costruire un rapporto di pace e di rispetto duraturo, non perché gli Indiani non volessero, anzi erano loro spesso i più convinti che la pace fosse la soluzione migliore, ma per colpa dell’arroganza, della rigidità, del disprezzo e dell’intransigenza che i bianchi provavano nei loro confronti. I trattati che vennero firmati, spesso e volentieri furono infranti dagli americani per primi, e dagli indiani solo quando non gli veniva lasciata altra scelta. Un esempio dell’odio che era presente tra americani e nativi viene ben descritto nel famoso film “Geronimo”, in cui viene narrata l’ultima ribellione da parte del Capo Apache nei confronti dei bianchi e del sistema delle riserve.

Riflessioni. Riflessioni.

 

 

 

 

 

 

 

Altra cosa da fare presente è il fatto che nonostante nella Costituzione Americana venissero ripresi i principi dell’Illuminismo, e venisse detto che tutti gli uomini erano uguali e avevano gli stessi diritti, nei fatti, invece indiani e negri vennero discriminati per lungo tempo, e la loro parola non valeva niente in confronto a quella di un cittadino americano.

Ora quei tempi sono passati, la cultura del cavallo è scomparsa, i bisonti non ci sono più e gli indiani sono solo l’ombra del popolo di un tempo. Gli Uas’ichu sono riusciti nel loro intento e hanno sconfitto un popolo molto più grande di loro. Purtroppo, con la loro fine, è morto qualcosa di grande che in questo mondo non tornerà più.

Gioele Shami Rossi

 

Riflessioni.