Perchè i topi vivono sotto terra.

"un racconto di un Autore a  noi molto caro,  Stefano Benni"

 

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Dopo che il Cielo e la Terra furono separati e il Mondo iniziò ad esistere, il primo dei dodici imperatori del Cielo, che avrebbe regnato per 18.000 anni (a quei tempi le elezioni erano assai rare), chiamò il Fabbricatore di animali, Kkienn Zoou, e gli disse:
«Datti da fare. Voglio che tu mi riempia la terra di animali! Usa quello che vuoi, squame e pinne, becchi e corazze, ali e corna, antenne, peli e grugni, mettici tutta la scatola dei colori, fai lunghi nasi, occhi a palla, boschi di zampette, code prensili, falli nuotare, ronzare barrire, sguazzare, emigrare, pungere, grufolare, spulciare, ruggire,  mimetizzare, impollinare, gracidare, cinguettare, rosicchiare, mangiare le bacche, il plancton e il kitkat, falli enormi o minuscoli, simpatici o viscidi, fai quello che vuoi, ma fanne tanti. Voglio che poi l'uomo dica: Dio, che prodigio la natura!» Il Fabbricatore di animali si chiuse nella sua baracca di legno con un pò di tè e libri di genetica e prese a disegnare, e montare modellini e incastrare i pezzi e fare calcoli, finché fu pronto ed entro una settimana la terra era piena di miagolii e squittii e ronzii e starnazzamenti e pizzicotti di insetti e pescatori di frodo e insetticidi e mostre di gatti e accalappiacani e latticini e malaria e polenta col capriolo.


L'imperatore del Cielo fece una visita alla Terra e fu abbastanza soddisfatto: tirò il naso all'elefante e disse che era un'ottima soluzione; ammirò il sistema di propulsione delle meduse e controllò di persona se il giaguaro faceva veramente i centoventi all'ora. Bene, bene, diceva ridacchiando. Si fece dare un microscopio e disse che i virus non erano male, ce n'era una bella varietà e anche se erano un pò bruttini nessuno li vedeva. Fece un pò abbassare il volume dei ronzio dei coleotteri e disse: «Più poriferi e meno platelminti.» Per il resto criticò un pò l'ornitorinco, disse che il Fabbricatore faceva bene a non sprecare niente, ma si vedeva benissimo che quella era roba fatta con i ritagli. Disse anche che i lemuroidi erano un pò tristi, ed era meglio metterli in boschi dove si vedessero poco, in paesi poco abitati tipo l'Australia. Per finire fu entusiasta dei dinosauri: grossi, robusti, disse, resisteranno moltissimo. E si vedeva che era estasiato mentre sfogliava il catalogo delle farfalle e dei colibrì, e si mise a ridere come un pazzo quando gli fecero vedere il tucano e soprattutto il leone marino. Cosi l'Imperatore del Cielo, tutto soddisfatto, se ne stava tornando nella sua reggia con le prime uova fresche (dal che si deduce che è nata prima la gallina), quando vide, in un prato, due coppie di animaletti pelosi e con i denti fuori che giocavano tra loro.

 

topo-coniglio-gallina.

«Cosa sono quelli?» chiese a Kkienn Zoou.
«Mio imperatore: quelli con la coda lunga e sottile sono i topi, quelli con la cosa corta i conigli.»
Dovete infatti sapere che a quel tempo i topi e i conigli avevano le orecchie uguali, molto piccole, e si assomigliavano molto.
«Bene, bene,» disse l'Imperatore del Cielo. Ma proprio in quel momento passò di lì l'Imperatrice del Cielo, sua consorte. E l'Imperatore, a cui piaceva molto darsi importanza alla di lei presenza, gonfiò il petto e disse a Kkienn:
«Belli si, ma si assomigliano troppo! Differenziali! Differenziali! Classi, sottoclassi, famiglie, genere! Farli diversi, riconoscibili uno dall'altro. Più animali ci sono, più diranno che la creazione è opera di una mente superiore. Non lesiniamo modelli, su, al lavoro!»
Dopo di che, tutto tronfio, si avvicinò alla sua signora, che con un celeste bacino, gli sussurrò: «Caro, ma come sei autoritario!».
Il povero Kkien era stanco morto, e doveva ancora fare molti lavori di rifinitura, tipo mettere le pinne ai pesci, cercare di far volare la gallina che non gli era venuta bene, e montare i piedi alla foca. Ma suo malgrado, dovette obbedire e fare anche quel lavoro extra. Andò nel campo e disse:
«Amici, c'è una modifica da fare. A una delle coppie metterò delle orecchie, belle lunghe e pelose.»
«A noi no,» dissero i topi, «con le orecchie lunghe saremmo troppo buffi.»
«Neanche noi,» dissero i conigli, «perché proprio noi? stiamo bene così!»
«Avanti» disse Kkienn. «Non ho tempo da perdere. Decidetevi o tiro a sorte!»
Allora i topi balzarono sui  conigli e a morsi li spinsero davanti al Fabbricatore.
«Su colleghi, su» ridevano, «prendeteli voi gli orecchioni!»
«Ahi, ahi» dissero i miti conigli, «non mordeteci. Va bene, va bene!»
Il Fabbricatore prese le orecchie dei conigli e le tirò, le tirò finché furono belle lunghe e pelose come voleva.
«Uh,» gridarono subito i topi, «come siete brutti! Uh, che orecchione! Perché non provate a muoverle, forse potete volare. ah ah aha!»
I miti conigli si specchiavano nell'acqua del lago e si misero a piangere di vergogna. «Oh che triste sorte ci toccherà» dissero, «come siamo ridicoli.»
Quella notte mentre i topi scorazzavano e i conigli stavano nascosti nella tana dalla vergogna, venne un temporale. Ma non un temporale qualsiasi, un temporale di quelli che c'erano all'inizio del mondo, roba da fine del mondo. Vulcani che eruttavano, fiumi che straripavano, montagne che passeggiavano. E un grande crepaccio si aprì nel prato, e si spalancò sotto le zampe dei topi e dei conigli, che restarono aggrappati con le unghie all'erba, sul ciglio dell'abisso.
«Aiuto aiuto,» urlavano, «Kkienn, salvaci! Stiamo per precipitare!»
Il Fabbricatore uscì dalla sua casa con un pezzo di merluzzo ancora in mano e, nel buio, si diresse verso il precipizio. «Dove siete? Dove siete?» chiamava nella bufera.
«Qui, qui,» gridavano i topi e i conigli, ormai stremati.
E Kkienn giunse sull'orlo del precipizio. Allungò la mano giù e prese comodamente per le lunghe orecchie i conigli, portandoli in salvo. Poi cercò di prendere i topi, ma la loro testina era piccola, bagnata e viscida, la mano scivolava e non c'erano lunghe orecchie per cui afferrarli.
«Aiuto, aiuto,» urlarono ancora un po' i topi. Poi precipitarono.
«Visto?», disse Kkienn, «voi che avevate deriso il mite coniglio per la lunghezza delle sue orecchie, ora vivrete sottoterra, nelle cantine e nelle fogne, e l'uomo vi odierà e vi sterminerà e vi caccerà e la donna strillerà e salirà sulla sedia al solo vedervi. I conigli invece verranno allevati, vivranno al sole, e mangeranno carote e saranno simpatici a tutti.»

«Si,» disse una voce dall'abisso, «però a noi nessuno ci farà in spezzatino.»
 

«Silenzio laggiù,» gridò adirato Kkienn Zoou. Poi tornò a casa, montò le ultime pinne, ed era così stanco che per sbaglio ne infilò una alla foca. Cercò di modificare la gallina ma senza successo, finché si arrabbiò e la tirò contro il muro urlando:
«Vuoi volare o no?» e la gallina batté la testa, dopo di ché Kienn Zoou si addormentò.

 

foca.

Per questa ragione, da allora, i topi vivono sottoterra, la foca non ha i piedi,e le galline sono stupide.

Stefano Benni - Terra! -